• Trump è arrivato e Meta si riposiziona, a destra
    Jan 20 2025
    Ormai è tutto nella nostra user experience quotidiana: Meta si butta nelle braccia di Trump. O di Elon Musk? Marco Schiaffino, giornalista esperto del settore, ci porta dentro le dinamiche del voltafaccia del patron di Meta. ma cosa è cambiato dal 2016, primo mandato Trump, che vedeva l'opposizione delle aziende della Silicon Valley?
    Buon ascolto
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    7 mins
  • Palestina: è tregua, non pace. Narrative distorte e Netanyahu sempre pronto a riprendere i bombardamenti
    Jan 20 2025
    Christian Elia, in questo editorile, ci mette in guardia. La tregua è iniziata, ma il cessate il fuoco rirpopone vecchi cliché: narrative distorte e il timore che gli affari interni del governo di Israele porti di nuovo Benjamin Netanyahu a riprendere i bombardamenti. Manca un veroi piano: questo necessario e sospirato cessate il fuoco non è una via per la pace.
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  • Quale tregua? Netanyahu e il disprezzo della vita umana
    Jan 16 2025
    Voltafaccia israeliano, che incolpa, da copione Hamas. La tregua annunciata da Usa e Qatar divide il governo di Tel Aviv, che vorrebbe mantenere l'ìesercito nel corridoio Philadelphia, che separa Striscia ed Egitto, per avere il controllo della fame palestinese.
    Christian Elia ci racconta le svolgersi di queste ore dopo la gioia scoppiata nel mondo per l'annuncio di un cessate il fuoco domenica 19 gennaio.
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    4 mins
  • Ecuador, fra criminalità dilagante e crisi energetica. Intervista al magistrato Paolo Di Sciuva
    Dec 11 2024
    Coprifuoco, limitazioni alle libertà individuali e collettive, omicidi e carceri che vanno in fiamme. Intervista al magistrato Paolo Di Sciuva In Ecuador l'attuale Presidente Daniel Noboa cerca di utilizzare la mano dura per far fronte ad una situazione senza precedenti. Dal 2022 il paese vive una libertà limitata presa d'ostaggio dalle bande narco criminali e la violenza non ha limite. I numeri parlano chiaro: 4.859 assassinati nel 2022 ovvero 2,363 in più rispetto al 2021. Il numero è poi aumentato vrtiginosamente fino a 7592 nel 2023, l'anno più violento della storia del Paese, con un morto ogni 69 minuti. Paolo Di Sciuva è un magistrato, da due anni in Ecuador per una missione europe. L'intervista di Francesco Fusi
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    33 mins
  • Siria: la gioia dei semi delle primavere arabe, la fretta di giudicare il futuro
    Dec 8 2024
    Christian Elia, alla notizia della caduta di Damasco e fuga di Assad scriveva in un suo commento sui social: "Oggi non si può mancare di rispetto a tutte quelle donne, quegli uomini e quei bambini che sono scesi in piazza contro questa famiglia di assassini e molti di loro non sono qui a vedere come e’ andata a finire". Era il 2011 e la violenza della repressione del regime, le torture, la disumanità era di casa nel paese. Oggi, i volti dei liberati dalle carceri dice molto, mentre l'ansia di voler giudicare il futuro che ancora non è avvenuto dice di una recidiva imperialista e anche colonialista: quella di decidere noi quali siano le democrazie e chi siano dittatori e carnefici, quando troppo spesso lio vediamo in cravatta a capo di quelle che chiamiamo democrazie.
    L'analisi di Christian Elia.
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  • Damasco liberata: perché ora e quali sono le forze in campo
    Dec 8 2024
    Fine dell'era degli Assad: l'ultimo dittatore, Bashir, è in fuga e diversi Paesi gli stanno negando l'autorizzazione ad atterrare e rifugiarsi. I ribelli che sono entrati a Damasco hanno preso il controllo dei centri del potere della capitale siriana, riferisce l'agenzia italiana ANSA. Secondo quanto si apprende da fonti qualificate di sicurezza che stanno seguendo l'evolversi della situazione, al momento sono in mano ai ribelli il palazzo Presidenziale nel quartiere di Malki, la sede della Tv di Stato, l'aeroporto internazionale e il carcere di Sednaya.
    I ribelli controllano anche le principali strade a Damasco e in diverse zone della città i cittadini sono scesi in strada per applaudire i ribelli e per intonate slogan contro Bashar Al Assad.
    Giovanni Giacopuzzi, analista e saggista, ricostruisce il perché ora della liberazione della Siria e analizziamo le forze in campo per un futuro che in queste or appare in continuo movimento.
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  • Unicredit versus Banco Bpm: tre rischi di un futuro terzo polo bancario
    Dec 3 2024
    Unicredit e Banco Bpm: la prima è grande quattro volte la seconda e la missione e la struttura che si verrebbe a creare dopo l'Opa per una fusione comporterebbe diversi rischi su più livelli. Se ne scrive da diversi giorni: Q CODE ha chiesto ad Alessandro Messina, a capo dell'area Finance di Avanzi - Sostenibilità per Azioni e in un recente passato direttore generale di Banca Etica, di raccontare i rischi che ravvede in questa mossa del colosso guidato da Andrea Orcel, che contemporaneamente si muoveva per l'acquisizione di Commerzbank, in germani. Ora, l'amministratore delegato avrà più tempo per concentrarsi sull'affaire italiano, che darebbe vita al terzo polo bancario, perché l'operazione tedesca è finita in stand-by, per i no ricevuti da diversi attori, economici, del credito e politici.
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    6 mins
  • Il maglio di Erdogan nell'escalation siriana
    Dec 2 2024
    L’escalation della guerra civile siriana inziata mercoledi scorso continua. E’ stata convocata per martedi 10 dicembre una riunione d’emergenza del Conisglio di Sicurezza della Nazioni sulla crisi siriana. Nel Nord Ovest del paese dove è inziata l‘operazione guidata dal movimento salafita Tharir an Sham, dopo Aleppo le milizie jihadiste si trovano nell’area di Hama dove ci sarebbero scontri con l’esercito sriano. L’aviazione russa ha colpito una zona limitrofa al mercato di Idlib, il capoluogo del governatorato controllato dal Tharir an Sham, provocando la morte di 13 civili. Nel Nord le milizie jihadiste dell Esercitio Nazionale Siriano sostenute dal Governo turco di Erdogan attraverso l’operazione denominata “Alba di libertà” hanno conquistato la città di Tel Rifaa controllata findo ad ora dall Forze Democratiche siriane della Amministrzione Autonoma Nord Est della Siria. In questo modo hanno accerchiando di fatto la regione di Shebba che accoglieva circa 200 mila profughi di Afrin dopo l’invasione delle milizie jiadhiste e dell esercito turco nel 2018. E’ in corso una opera di evacuazione dei prfughi dall area verso le zone controllate dall SDF nella regiuone di Tabqa. La grande regia dell'operazione è riconducibile al presidente turco Erdogan, come ci spiega Giovanni Giacopuzzi
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    8 mins