Episodes

  • Don Giussani agli studenti nel 1968 - "Tradizione e storia, tradizione e filosofia, tradizione e vita: il cristianesimo è ora!"
    Sep 21 2024
    Dal discorso introduttivo di Luigi Giussani agli studenti partecipanti agli Esercizi spirituali del Centro C. Péguy
    (Varigotti, 1 novembre 1968).

    Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/i-grandi-testimoni-della-verita--6305990/support.
    Show More Show Less
    3 mins
  • Giovanni Paolo II: "Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo..." - 22 ottobre 1978 in piazza San Pietro.
    Sep 21 2024
    "Non abbiate paura" - discorso di Giovanni Paolo II il 22 ottobre 1978 in piazza San Pietro, giorno della sua incoronazione come Pontefice della Chiesa Cattolica.

    "Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la Sua potestà! Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l'uomo e l'umanità intera! Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo! Alla Sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l'uomo. Solo Lui lo sa! Oggi così spesso l'uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete a Cristo di parlare all'uomo. Solo Lui ha parole di vita, sì! di vita eterna."

    Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/i-grandi-testimoni-della-verita--6305990/support.
    Show More Show Less
    2 mins
  • "I have a dream" - storico discorso di Martin Luther King alla marcia per i diritti civili al Lincoln Memorial il 28 agosto 1963
    Sep 21 2024
    Il leader dei diritti civili Martin Luther King Jr. si rivolge alla folla al Lincoln Memorial di Washington, dove ha tenuto il discorso "I Have a Dream" il 28 agosto 1963, nell'ambito della Marcia per i diritti civili a Washington D.C."I have a dream": "Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro paese. Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firmò il Proclama sull’Emancipazione. Questo fondamentale decreto venne come un grande faro di speranza per milioni di schiavi negri che erano stati bruciati sul fuoco dell’avida ingiustizia. Venne come un’alba radiosa a porre termine alla lunga notte della cattività.Ma cento anni dopo, il negro ancora non è libero; cento anni dopo, la vita del negro è ancora purtroppo paralizzata dai ceppi della segregazione e dalle catene della discriminazione; cento anni dopo, il negro ancora vive su un’isola di povertà solitaria in un vasto oceano di prosperità materiale; cento anni dopo; il negro langue ancora ai margini della società americana e si trova esiliato nella sua stessa terra.Per questo siamo venuti qui, oggi, per rappresentare la nostra condizione vergognosa. In un certo senso siamo venuti alla capitale del paese per incassare un assegno. Quando gli architetti della repubblica scrissero le sublimi parole della Costituzione e la Dichiarazione d’Indipendenza, firmarono un "pagherò" del quale ogni americano sarebbe diventato erede. Questo "pagherò" permetteva che tutti gli uomini, si, i negri tanto quanto i bianchi, avrebbero goduto dei principi inalienabili della vita, della libertà e del perseguimento della felicità.E’ ovvio, oggi, che l’America è venuta meno a questo "pagherò" per ciò che riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare questo suo sacro obbligo, l’America ha consegnato ai negri un assegno fasullo; un assegno che si trova compilato con la frase: "fondi insufficienti". Noi ci rifiutiamo di credere che i fondi siano insufficienti nei grandi caveau delle opportunità offerte da questo paese. E quindi siamo venuti per incassare questo assegno, un assegno che ci darà, a presentazione, le ricchezze della libertà e della garanzia di giustizia.Siamo anche venuti in questo santuario per ricordare all’America l’urgenza appassionata dell’adesso. Questo non è il momento in cui ci si possa permettere che le cose si raffreddino o che si trangugi il tranquillante del gradualismo. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia; questo è il momento di levarsi dall’oscura e desolata valle della segregazione al sentiero radioso della giustizia.; questo è il momento di elevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell’ingiustizia razziale alla solida roccia della fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i figli di Dio. Sarebbe la fine per questa nazione se non valutasse appieno l’urgenza del momento. Questa estate soffocante della legittima impazienza dei negri non finirà fino a quando non sarà stato raggiunto un tonificante autunno di libertà ed uguaglianza.Il 1963 non è una fine, ma un inizio. E coloro che sperano che i negri abbiano bisogno di sfogare un poco le loro tensioni e poi se ne staranno appagati, avranno un rude risveglio, se il paese riprenderà a funzionare come se niente fosse successo.Non ci sarà in America né riposo né tranquillità fino a quando ai negri non saranno concessi i loro diritti di cittadini. I turbini della rivolta continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione fino a quando non sarà sorto il giorno luminoso della giustizia.Ma c’è qualcosa che debbo dire alla mia gente che si trova qui sulla tiepida soglia che conduce al palazzo della giustizia. In questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste.Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.Questa meravigliosa nuova militanza che ha interessato la comunità negra non dovrà condurci a una mancanza di fiducia in tutta la comunità bianca, perché molti dei nostri fratelli bianchi, come prova la loro presenza qui oggi, sono giunti a capire che il loro destino è legato col nostro destino, e sono giunti a capire che la loro libertà è inestricabilmente legata alla nostra libertà. Questa offesa che ci accomuna, e che si è fatta tempesta per le mura fortificate dell’ingiustizia, dovrà essere combattuta da un esercito di due razze. Non possiamo camminare da soli.E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre in avanti. Non possiamo tornare indietro. Ci ...
    Show More Show Less
    16 mins
  • Consegna del Premio Nobel per la Pace, il discorso di Madre Teresa di Calcutta: l'aborto è la più grande minaccia della pace nel mondo.
    Sep 21 2024
    Il celebre discorso di Madre Teresa di Calcutta alla consegna del Premio Nobel per la pace a Stoccolma nel 1979. Madre Teresa in quell'occasione parla dell'aborto come della più grande minaccia alla pace nel mondo; celebre la frase: "Se una madre può uccidere suo figlio, chi impedisce agli uomini di uccidersi tra di loro?".

    Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/i-grandi-testimoni-della-verita--6305990/support.
    Show More Show Less
    3 mins
  • Ammonimento profetico sull’anticristo del Cardinale Giacomo Biffi (Meeting di Rimini - 29 agosto 1991)
    Sep 23 2024
    Il Cardinale Giacomo Biffi (Milano, 13 giugno 1928 – Bologna 11 luglio 2018), tra i suoi tanti apprezzati scritti, omelie e lezioni, ne ha una davvero memorabile. Si tratta di quella tenuta il 29 agosto 1991 al Meeting di Rimini, che aveva per oggetto Il racconto dell’Anticristo del filosofo e scrittore russo Solov’ëv. Sono particolarmente lieto di trascriverla a tre anni dalla sua “nascita al cielo”, proprio perché quel suo ammonimento profetico, letto in questo nostro tempo, assume una valenza maggiore. (Claudio Forti)«Verranno giorni – dice Solov’ëv, e anzi sono già venuti, diciamo noi -, che il cristianesimo sarà ridotto a pura azione umanitaria, nei vari campi dell’assistenza, della solidarietà, del filantropismo, della cultura. Il messaggio evangelico identificato nell’impegno al dialogo tra i popoli e le religioni, nella ricerca del benessere e del progresso, nell’esortazione a rispettare la natura». Ma se il cristiano, per amore di apertura al mondo e di buon vicinato con tutti, quasi senza avvedersene, stempera sostanzialmente il Fatto salvifico nella esaltazione e nel conseguimento di questi traguardi secondari, allora egli si preclude la connessione personale con il Figlio di Dio, crocifisso e risorto, consuma a poco a poco il peccato di apostasia e si ritrova, alla fine, dalla parte dell’Anticristo.AVVENIMENTO PROFETICOAllora, qual è l’avvenimento profetico di cui parlavamo all’inizio? Ed è per questa ragione che io ho accettato di venire a parlare qui, per questo ammonimento profetico! «Verranno giorni – dice Solov’ëv, e anzi sono già venuti, diciamo noi. Almeno dico io, non voglio coinvolgervi -, verranno giorni quando nella cristianità si tenderà a risolvere il Fatto salvifico – che non può essere accolto se non nell’atto difficile, coraggioso e razionale, di fede -, in una serie di valori facilmente esitabili sui mercati mondani. Il cristianesimo ridotto a pura azione umanitaria nei vari campi dell’assistenza, della solidarietà, del filantropismo, della cultura».Il messaggio evangelico identificato – badate che son tutte cose buone, che sono conseguenze -, ma è l’identificazione che colpisce al cuore il cristianesimo! Il messaggio evangelico identificato nell’impegno al dialogo tra i popoli e le religioni, nella ricerca del benessere e del progresso; nell’esortazione a rispettare la natura. «La Chiesa del Dio vivente, colonna e fondamento della Verità», come dice Paolo, scambiata per una organizzazione benefica, estetica, socializzatrice. Questa è l’insidia mortale che oggi va profilandosi per la famiglia dei redenti dal sangue di Cristo!Da questo pericolo, ci avvisa il più grande dei filosofi russi, noi dobbiamo guardarci. Anche se un cristianesimo tolstojano ci renderebbe molto più accettabili nei salotti, nelle aggregazioni sociali e politiche, nelle trasmissioni televisive. Ma noi non possiamo, non dobbiamo rinunciare al cristianesimo di Gesù Cristo! Il cristianesimo che ha al suo centro lo scandalo della croce e la realtà sconvolgente della risurrezione del Signore. Gesù cristo, il Figlio di Dio crocifisso e risolto, unico Salvatore dell’uomo, non è traducibile in una serie di buoni progetti e di buone ispirazioni omologabili con la mentalità mondana dominante!Gesù Cristo è una pietra – come Egli ha detto di sé -, e su questa Pietra, o, affidandosi, si costruisce, o ci si va a inzuccare. Sono Parole sue: parole che voi sentirete raramente citate. Ma sono contenute nel capitolo 21 di San Matteo. Chi cadrà su questa Pietra sarà sfracellato. E qualora Essa cada su qualcuno, lo stritolerà.POSSIBILI EQUIVOCIQui però c’è un problema – e io vorrei, sia pure molto rapidamente e schematicamente dir qualcosa per evitare anche dei possibili equivoci -; è indubitabile che il cristianesimo sia, prima di ogni altra cosa, Avvenimento. Ma è altrettanto indubitabile che questo Avvenimento propone e sostiene dei valori irrinunciabili. Non si può, per amore di dialogo, sciogliere il Fatto cristiano in una serie di valori condivisibili dai più; ma non si può neppure disistimare i valori autentici, quasi fossero qualcosa di trascurabile. Quindi, bisogna stare attenti a non fare una polemica con i valori, che colpisca qualcosa invece di autentico, di sostanziale. Occorre dunque un discernimento.Vorrei dare allora alcuni elementi di questo discernimento. Ci sono dei valori assoluti, o, come dicono i filosofi: trascendentali. Tali sono, per esempio, il vero, il bene e il bello. Chi li percepisce, li onora e li ama, sempre percepisce, onora, ama, Gesù Cristo, anche se non lo sa; e magari anche se si crede ateo! Perché, nell’essere profondo delle cose Cristo è la Verità, è la Giustizia, è la Bellezza!Poi ci sono valori relativi, o categoriali. Valori, però, come il culto della solidarietà, l’amore per la pace, il rispetto per la natura, l’atteggiamento di dialogo, eccetera. Questi valori meritano ...
    Show More Show Less
    7 mins